Michela Zingone, che già nelle settimane scorse aveva inviato una bellissima foto del romanzo a pancia all'aria (il libro, non lei) sulla spiaggia, mi scrive quel che pensa dopo aver letto "Lo starnuto.
“Un romanzo quando è scritto con cura ed attenzione non ha bisogno di illustrazioni” afferma Massimo Bonfatti. Ed io sono pienamente d’accordo.
La freschezza e l’immediatezza del linguaggio, a tratti condito di similitudini inaspettate, curiose e mai banali (insomma di quelle che dici “caspita! a me non sarebbe mai venuta in mente!”), danno al lettore la libertà e la capacità di immaginarsi il piccolo Waller e di calarsi nella sua quotidianità…che in fondo, se ci pensiamo bene, comprende episodi e contesti che in un modo o nell’altro sono appartenuti anche ad ognuno di noi. Mi piace parlare di “parole che dipingono”.
Un bel esercizio narrativo dunque quello di Stefano, lodevole nella capacità di introdurre tra un capitolo e l’altro un’ironia mai invadente e sproporzionata… Tanto quanto basta per raccogliere alcuni spunti di riflessione che inevitabilmente ci riportano all’attualità. Vedi la sete di spettacolarizzazione delle televisioni accostata a quella immancabile dei vicini di casa…Per deformazione professionale mi viene in mente subito questo tema, ma di spunti ce ne sono anche altri..e forse è meglio li scopriate da soli. Mi viene da pensare che se le narici degli Italiani fossero “civilmente permalose” come quelle di Enrico Waller, l’Italia tremerebbe in continuazione... travolta da una valanga di starnuti.
Bel libro! Passate parola! E grazie a Stefano Aurighi “per averlo tirato fuori dal cassetto”.
“Un romanzo quando è scritto con cura ed attenzione non ha bisogno di illustrazioni” afferma Massimo Bonfatti. Ed io sono pienamente d’accordo.
La freschezza e l’immediatezza del linguaggio, a tratti condito di similitudini inaspettate, curiose e mai banali (insomma di quelle che dici “caspita! a me non sarebbe mai venuta in mente!”), danno al lettore la libertà e la capacità di immaginarsi il piccolo Waller e di calarsi nella sua quotidianità…che in fondo, se ci pensiamo bene, comprende episodi e contesti che in un modo o nell’altro sono appartenuti anche ad ognuno di noi. Mi piace parlare di “parole che dipingono”.
Un bel esercizio narrativo dunque quello di Stefano, lodevole nella capacità di introdurre tra un capitolo e l’altro un’ironia mai invadente e sproporzionata… Tanto quanto basta per raccogliere alcuni spunti di riflessione che inevitabilmente ci riportano all’attualità. Vedi la sete di spettacolarizzazione delle televisioni accostata a quella immancabile dei vicini di casa…Per deformazione professionale mi viene in mente subito questo tema, ma di spunti ce ne sono anche altri..e forse è meglio li scopriate da soli. Mi viene da pensare che se le narici degli Italiani fossero “civilmente permalose” come quelle di Enrico Waller, l’Italia tremerebbe in continuazione... travolta da una valanga di starnuti.
Bel libro! Passate parola! E grazie a Stefano Aurighi “per averlo tirato fuori dal cassetto”.
Nessun commento:
Posta un commento