martedì 29 novembre 2011

Tre presentazioni a Nord-Est, tra infanzia, indignados e precari

Enrico Waller (il Bonfa l'aveva abbozzato così una sera, durante un'interminabile riunione serale all'asilo a cui partecipavamo entrambi e che ci aveva - entrambi - tramortiti)
Enrico Waller, la rockstar in calzoni corti protagonista del romanzo "Lo starnuto", inizia un tour di tre giorni nel NordEst del Belpaese. Un tuffo nei luoghi dell'infanzia, un viaggio tra precari e indignados.

Mercoledì 30 novembre alle 19 presento il romanzo a Vittorio Veneto (Tv) allo Spazio Mavv nel corso di un incontro organizzato dalla Libreria "Il Viale". Ne parlerò con Alessandro Toffoli, giornalista e amico d'infanzia. Sarà una bella rimpatriata, dato che a Vittorio (un po' di anni fa, ci sono nato).

Con le due tappe successive enterò nel mondo degli Indignados italiani (movimento di cui, tra l'altro, con Davide Lombardi  e Paolo Tomassone mi sto occupando anche attraverso un documentario che presenteremo a breve). Come sapete, il protagonista del romanzo è geneticamente allergico ai soprusi, insofferente alla tracotanza dei poteri mediatico, economico e politico, ai quali reagisce seppellendoli sotto potenti e purificatori starnuti... Un piccolo indignado ante litteram, insomma, simbolo della rabbia di ciascuno di noi che, ogni giorno assistiamo allo scempio dei diritti e dell'intelligenza.
Di questi temi, a partire dal romanzo, parlerò giovedì 1 dicembre alle 18 al Bar Libreria Knulp di Trieste in compagnia di Elisa Di Ilio - studentessa di Giurisprudenza e fondatrice del Parlamento Europeo degli Studenti - e di alcuni rappresentanti di #Occupytrieste - students engaged for global change.
Venerdì 2 dicembre, sempre alle 18, sarà la volta di Udine. Nella sede dell'Associazione Culturale La Rinascita inconterò Federico Pirone, studente, consigliere comunale di Udine e Ilaria De Marchi, precaria, esponente degli Indignados di Udine.

Durante il week-end vi racconterò com'è andata.

In vista di domani sera a Vittorio Veneto

La segnalazione sull'Azione.


domenica 27 novembre 2011

Nelle librerie si aggira un uomo col terzo occhio

Io lo so com'è fatto un commesso di Feltrinelli. E' fatto come me. L'altro giorno, mentre stava per cominciare la presentazione del romanzo da Feltrinelli a Modena,  io chiacchieravo con Giovanni e intanto la gente cominciava a sedersi per ascoltare. Un tizio mi si avvicina. Alto, occhio circospetto, sciarpa da zio, capelli tristi e abbandonati, mi dice: "Scusi, dove posso trovare il cofanetto di jshjaricsloruoie"? Non era proprio jshjaricsloruoie, ma insomma, non avevo capito. E comunque, non era a me che doveva rivolgersi, perchè non ero un commesso di Feltrinelli.
Sfodero un "non so, non c'entro, deve chiedere là", e indico genericamente una cassa.
Lui si gira e si allontana, ma continua a guardami con il terzo occhio, perchè secondo me aveva un terzo occhio con cui poteva vedere dietro, piu o meno come con lo specchietto retrovisore. Dopo mezzo minuto torna verso di me e mi chiede: "Senta, perchè ci sono due cofanetti di zdguòlàscfkp"? Io dico: "Guardi, io non c'entro, non lavoro qui. Io sono qui per presentare un libro".
Ma lui insiste: "Perchè c'è un cofanetto di dlictgvinlfd piccolo e uno grande? Non sono la stessa cosa"?
"Non so", ammetto.
Riparte verso il corridoio, sempre con il terzo occhio in funzione.
Poi torna: "Cosa state facendo qui"?
"Eh, c'è la presentazione di un libro" - dico.
"Ah" - dice. "E che libro è"?
"Questo", rispondo, indicando la copertina.
"Ah, un libro. E per il libro di bkovksdulanj dove devo guardare"?
Giovanni ride. Anche io.
Gli dico: "Secondo me deve chiedere gù al primo piano".
E un po' mi dispiace che l'uomo dal terzo occhio se ne vada.
Avrei voluto essere davvero un commesso di Feltrinelli.



L'autore (insomma, io)
A sinistra, Giovanni Gualmini. Io, a destra.

Giovanni Gualmini


Io, ascolto Giovanni

Sempre Giovanni, sempre io.

Ancora Giovanni, sempre io.

Ebbene si, Giovanni e ancora io.


Giovannni, io.

Sincera espressione di stupore da parte di Seba, che indica il romanzo

Cronoscalata verso la saletta del primo piano. Conduce Giovanni, segue Sandro.

In attesa del pubblico (seggiole molto Odissea nello spazio, vero?)

Tavolo in attesa dei relatori

lunedì 21 novembre 2011

Lo starnuto in Parlamento!

Scopri quale tra i 945 parlamentari italiani sarà l'obiettivo del prossimo starnuto di Enrico Waller!

lunedì 14 novembre 2011

Aperitivi letterari (e Indignados all'orizzonte)

Il 30 novembre presento il romanzo a Vittorio Veneto (Tv), nell'ambito della rassegna "Aperitivo con l'autore", organizzata dalla libreria "Il Viale" di Vittorio Veneto presso lo Spazio Mavv.
Si, è vero, su questo blog l'ho già scritto. Ma faccio sponda sulla saggezza dei latini: "Melius est abundare quam deficere".
L'appuntamento è alle 19 in via del Gelsolino.
Quella di Vittorio Veneto è la prima di tre tappe consecutive nel Nord-Est: il 1° dicembre, infatti, presento il romanzo a Trieste presso il bar-libreria Knulp. Il 2 dicembre, invece, sarà la volta di Udine.
Sia a Trieste che a Udine l'incontro avrà un taglio politico, oltre che letterario, perché avrò l'occasione di discutere dei temi del romanzo (il rispetto delle regole, fondamentalmente) con rappresentanze locali degli Indignados, movimento sui cui - con Davide Lombardi e Paolo Tomassone - sto realizzando un documentario (qui potete vedere il trailer).
Maggiori dettagli nei prossimi giorni.



martedì 8 novembre 2011

Berlusconi farà la fine di Monoprobo?

E se Silvio Berlusconi facesse la fine di Marino Monoprobo? L'onnipotente  presidente del "Partito del Baricentro" a cui Enrico Waller nel romanzo "Lo starnuto" destina uno dei suoi più fragorosi e pirotecnici starnuti giustizieri?
Le analogie non mancano, anzi, c'è chi sostiene che dietro il nome di Monoprobo si nasconda in realtà proprio la figura di Silvio Berlusconi. Sarà così? Dovrete leggere il libro, ma intanto ecco alcuni passi del capitolo in cui il politico arriva al burrascoso capolinea della propria carriera...


Da tre giorni, effettivamente, tutti i giornali, le radio, le televisioni e i siti web non facevano altro che riportare l’appello di Marino Monoprobo, il più importante politico della nazione che voleva assolutamente incontrare Enrico Waller [...]
Era difficile resistere alla tentazione, anche per uno come Enrico, che quanto alla politica ne conosceva solo la parola per averla sentita alla tivù.
[...]
Proprio in quei giorni Monoprobo, faceva scintillare il suo sorriso sintetico da tutti gli schermi televisivi, ripetendo ossessivamente l’invito: “Enrico, incontriamoci!”.
 [...]
La Bianca, però, era tormentata da una domanda silenziosa: “Perché quel politico, padrone di tutte le Tv e dei giornali del Paese, proprietario di mille e mille industrie, presidente di tre squadre di calcio, due di basket, di quattro fabbriche di automobili e persino di una pasticceria, voleva vedere ad ogni costo Enrico? Cosa gli mancava? Non aveva già tutto?”. Effettivamente, a Monoprobo non mancava proprio niente. Ma la Bianca ignorava che Monoprobo, oltre che ambizioso, era una delle persone più ingorde al mondo.
[...]
Nonostante la totale indifferenza verso la politica, Enrico aveva già sentito parlare di Marino Monoprobo. Era stato in occasione di una trasmissione in tivù che la Bianca non aveva assolutamente voluto perdere e che i tre piccoli Waller si erano sorbiti come un antibiotico, molto contrariati dall’aver perso in quell’occasione una puntata fondamentale di Kranioman, un eroe dopato che distribuiva sganassoni senza un criterio distinguibile. [...]
All’ingresso di Enrico, un numero imprecisato di uomini palestrati con pantaloni neri, giacche nere e occhiali neri, si erano portati simultaneamente due dita all’orecchio destro e avevano cominciato a parlare con il bavero delle giacche, sussurrando frasi tenebrose come: “Ingresso soggetti ore dodici”. Oppure:  “Livello arancione all’ingresso principale”.
Uno solo si era limitato a dire: “Intanto butta la pasta”.
“Enrico Waller vuole vedere Monoprobo” aveva sparato la Bianca, infastidita da tanto inutile zelo negli uomini che garantivano la sicurezza del Presidente.
Gli oranghi, avendo bisogno di tempi più lunghi di ogni comune mortale per digerire una informazione, si erano avvicinati alla superstar in calzoni corti e avevano constatato, rimescolando sotto le giacche un’emozione ingovernabile che, effettivamente, si trattava proprio di “lui”, in carne ed ossa.
L’occhio digitale della telecamera che scrutava la hall aveva registrato tutti i movimenti e quasi subito un altoparlante si era messo a gracchiare: ”Il Presidente attende Enrico Waller nella Sala di Rappresentanza, terzo piano”.
I Waller erano entrati e poi usciti dall’ascensore nella consueta formazione a testuggine, con la Bianca a guidare il gruppo, i tre minorenni spalla a spalla appena dietro, e il dottor Monti a chiudere, con lo sguardo lesso che riservava alle novità architettoniche.
Un tappeto rosso, che odorava di nuovo, era stato appena steso tra l’ascensore e l’ingresso della Sala di Rappresentanza.
Monoprobo, nel tempo necessario ai Waller per salire con l’ascensore i tre piani necessari, aveva radunato lo staff che curava la sua immagine e si era fatto confezionare su misura un gessato grigio con camicia azzurra, sulla quale trionfava una sobria cravatta color amicizia. Appena entrati, lo scintillìo della perfetta dentatura del Presidente aveva abbagliato i Waller, che per un attimo, avevano dovuto abituare gli occhi a quella luminescenza celestiale.
Monoprobo era andato loro incontro con le braccia aperte e la Bianca era quasi certa di avergli sentito dire: “Lasciate che i vostri figli vengano a me”.
[...]
Il presidentissimo (come gli piaceva essere chiamato) aveva un piano ben preciso: diventare l’amico preferito di Enrico. Se ci fosse riuscito, lo avrebbe avuto sempre al fianco durante i comizi elettorali e, naturalmente, la gente non avrebbe potuto fare a meno di votare in massa per lui, l’amico preferito di Enrico Waller. Per la riuscita del suo piano, doveva trasformare quella visita in uno show televisivo di portata mondiale.
Di nascosto e contro la parola data alla Bianca che aveva imposto il massimo riserbo, il politico aveva ordinato di installare decine di telecamere nascoste e che avrebbero trasmesso in diretta l’evento.
[...]
I Waller non avevano nessuna idea precisa su come avrebbe dovuto essere il palazzo di un politico, ma questo di Monoprobo li aveva comunque spiazzati.
Pareva la casa dei sogni di tutti i bambini: giocattoli ad ogni angolo e distributori di gelati e bibite; tre piccole sale-cinema con schermi sui quali scorrevano le immagini dei cartoni animati in 3D; clown che si esibivano nei corridoi; equilibristi su fili tesi tra un piano e l’altro del palazzo; mimi che intrattenevano gli impiegati negli uffici; zucchero filato e caramelle che scendevano a pioggia dal soffitto.
Eppure i Waller si aggiravano guardinghi sopraffatti da tutta quella zuccherosa esagerazione.
Avevano la sensazione di essere dentro una mediocre imitazione della favola di Hansel e Gretel!
Insomma, si trattava, senza dubbio, della prima grande balla della giornata e il sensibilissimo naso di Enrico l’aveva subito intercettata manifestando un primo, leggero tremolio delle narici. Proprio quel piccolo, timido starnuto quasi muto aveva dato il via ad una sequenza di eventi che sarebbero stati ricordati come “la catastrofe Monoprobo.
[...]
L’impressionante sequenza aveva avuto inizio con l’esagerata raffica di baci che, contro la sua stessa volontà, Monoprobo aveva cercato di stampare sulle guance  dei fratelli Waller, con l’unico risultato di lasciarli ricoperti da dense pennellate di fondotinta color del fuoco. I fratelli si erano guardati in faccia ed erano scoppiati a ridere spalmandosi a vicenda quelle colate di finta abbronzatura.
Monoprobo, invece, ossessionato dalla sua immagine pubblica e sapendo di aver dato l’ordine segreto di tenere una telecamera sempre puntata sul suo viso, aveva invano e freneticamente cercato di riparare le chiazze di pallore cadaverico che si erano aperte sulle sue guance, dopo l’imprevisto trasferimento.
[...]
E lui, il presidentissimo claudicante, il politico con il parrucchino scollato, il famoso Monoprobo, privato sia del suo fondamentale cerone color del fuoco che della volontà da un piccolo quasi inesistente starnuto, aveva iniziato a confessare, senza potersi fermare: “Ho cominciato a rubare all’asilo...

Enrico Waller manda uno starnuto a Gabriella Carlucci

Niente di personale, ma ad Enrico Waller prude il naso all'idea che anche una come Gabriella Carlucci - insieme a tanti altri transfughi dell'ultima ora - abbandoni la nave berlusconiana mentre affonda.
Eh si, perché il sospetto che dietro a tanta foga di fuga diffusa tra i banchi del Pdl, il sospetto (ma va?) che non si tratti di coerenza politica, ma di propensione al proprio riposizionamento, c'è tutto.

Certo, non ci mancherà la statura politica della ragazza in questione.
Sul piano politico non si ricordano grandi interventi della biondissima. Su altri piani, invece, si.
La sfuriata con le Iene, ad esempio, con la Carlucci che vuole spaccare microfono e telecamera al Trio Medusa perché la multano di 10 euro per ogni votazione a cui è mancata.
O ancora  questo video,  in cui - ad un parlamentare che difende Internet dicendo che "è la realtà" e che è inutile mettere un poliziotto ad ogni angolo -  la soubrette-politica augura testualmente che "suo figlio venga intercettato dai pedofili". Ma insomma, inutile stare qui ad infierire, ci pensa già Marco Travaglio a regalarci un ritratto completo della signora.

venerdì 4 novembre 2011

Enrico Waller starnutisce a casa di Enzo Iacchetti

Enzo Iacchetti manda affanculo Brunetta e La Russa
Enrico Waller farebbe volentieri uno starnuto distruttivo a casa di Enzo Iacchetti. Così, giusto per spazzare via dalle quattro mura tutto ciò che l'Enzino nazionale s'è guadagnato in questi anni, riportandolo alla situazione di vent'anni fa, quando non era ancora ricco e famoso, ma era sicuramente più bravo, meno noioso e meno moralista di oggi.
Eh si, perché se c'è una cosa che fa girare le pelotas, è l'idea di uno che -  cresciuto a pane e Mediaset -  improvvisamente s'incazza con gli amici di Berlusconi, mandandoli affanculo dal web.
Oddio, non tanto improvvisamente.
E' la tempistica, quella che irrita, perché sa tanto di tentativo - goffissimo - di recupero della verginità in vista di un futuro prossimo in cui il suo sommo capo non sarà più lì alle leve di comando.



giovedì 3 novembre 2011

30 novembre, presentazione del romanzo a Vittorio Veneto

Il 30 novembre presento il romanzo a Vittorio Veneto. L'appuntamento è previsto allo Spazio Mavv alle 19. L'organizzazione è a cura della Libreria Il Viale.
A Vittorio, famosa per la battaglia e per Lorenzo Da Ponte, ci sono nato e cresciuto, anche se ormai vivo a Modena da vent'anni.
Soffro della sindrome dello "straniero ad oltranza": a Modena mi dicono che ho l'accento veneto; a Vittorio mi dicono che ho l'accento emiliano.
Pazienza.
Quella sera, a Vittorio, cercherò di non parlare come Orietta Berti. Che poi, a dirla tutta, è romagnola, mica emiliana. Provate a dare dell'emiliano a un romagnolo, e viceversa. Si adorano. Proprio come cenedesi e serravallesi.